Consiglio
Nel novembre 2023 il Consiglio comunale di Bibbiena ha approvato una delibera per l’acquisto del Cinema Teatro Sole, con l’obiettivo dichiarato di restituire alla comunità uno spazio storico, simbolico e centrale per la vita culturale e sociale del paese.
A distanza di un anno, di fronte a una situazione che appare del tutto ferma, abbiamo presentato un’interrogazione per conoscere lo stato dell’iter: quali passi siano stati compiuti, cosa stia rallentando l’acquisizione, se esista già un progetto per il riutilizzo dell’immobile e quali risorse si intendano destinare alla sua riqualificazione.
L’Amministrazione ha risposto, ma – va detto chiaramente – in maniera solo parziale. Alcuni aspetti sono stati chiariti, altri completamente ignorati. Proviamo a ricostruire la vicenda partendo da quanto è stato effettivamente comunicato.
Secondo quanto riferito, la procedura di acquisizione si sarebbe fermata a seguito del distacco di una grondaia, che ha portato alla scoperta della presenza di amianto nella copertura dell’edificio. A quel punto l’ASL ha imposto alla proprietà l’incapsulamento entro sei mesi e la rimozione completa entro tre anni. Il Comune, in modo legittimo, ha quindi sospeso l’iter in attesa della messa in sicurezza dell’immobile.
Si tratta di un chiarimento importante, che spiega perché l’acquisto, sebbene approvato e già sostenuto da un mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti, non sia ancora stato formalizzato.
Va precisato, tuttavia, che la presenza di amianto non era affatto una sorpresa: se ne parla nei verbali del Consiglio comunale almeno dalla delibera n. 72 del 27 dicembre 2018. Prima o poi, dunque, sarebbe stato comunque necessario intervenire.
Ricordiamo, per la tranquillità di tutti, che l’amianto integro non costituisce un rischio per la salute e che anche il referto Asl non parla di rischi imminenti.
Altresì sappiamo anche che un tetto in amianto ha un ciclo di vita di circa 30 - 50 anni: considerando che la copertura risale presumibilmente agli anni ’70, è verosimile che il materiale sia ormai vicino alla fine del suo ciclo di vita. L’ordinanza di rimozione, dunque, sarebbe comunque arrivata a breve (o quantomeno sicuramente era evidente la necessità di prevedere interventi in tal senso).
Ma il resto?
Nella nostra interrogazione abbiamo posto cinque domande precise. Solo una ha ricevuto una risposta chiara: quella relativa ai motivi del ritardo nell’acquisto. Le altre sono state ignorate o affrontate in modo superficiale:
1. Esiste un progetto per il futuro del Cinema Teatro Sole?
La risposta dell’Amministrazione non ne parla. Nessuna informazione su se – e quando – sia stato avviato un percorso progettuale. Nessuna indicazione sul tipo di funzione che si immagina per lo stabile, se non quella genericamente espressa sul programma. Nessuna traccia dell’impegno preso in campagna elettorale a farne “un luogo vivo, aperto alla comunità, destinato ai giovani, alla cultura, alla partecipazione”. Di fatto, nessuna risposta.
2. Quando sarà completato l’acquisto?
Qui la risposta c'é in realtá, ma rimane - forse inevitabilmente - piuttosto vaga. Si parla genericamente di “contatti” con la proprietà e della volontà di procedere dopo la rimozione dell’amianto "da eseguire entro e non oltre i 3 anni come da ordinanza vigente". Quello che sappiamo, dall’ordinanza è che l’incapsulamento dovrà avvenire entro giugno di quest’anno. Dopodiché quindi dovremo aspettare gli esiti e i tempi della nuova trattativa che il comune intende intraprendere.
3. Il recupero partirà entro la fine del mandato?
Silenzio totale. Nessuna dichiarazione su tempi e intenzioni. Eppure si tratta di una domanda legittima: è passato quasi un anno dall’inizio del mandato (e il cinema era presente anche nel programma elettorale precedente), l’immobile è in condizioni critiche, e ad oggi – nei documenti ufficiali – non risultano fondi accantonati né progetti inseriti nel Piano triennale delle opere pubbliche.
4. Quali risorse saranno stanziate per la riqualificazione?
Anche in questo caso, nessuna risposta. Non sono state indicate cifre, né fonti di finanziamento, né si è fatto cenno a eventuali bandi, fondi regionali o investimenti pubblici. Ovviamente sappiamo che questa parte specifica può risultare molto variabile nel tempo, ma certo é che per partecipare a un qualsivoglia bando, sempre non si decida di ricorrere a fondi propri - come per la piazza di Soci - , é dal progetto che bisogna partire. Ma qui torniamo al punto 1...
La vicenda del Cinema Teatro Sole non è solo una questione tecnica o burocratica. È una questione politica, culturale e sociale, che tocca da vicino la nostra comunità, la qualità della vita urbana e le opportunità di incontro, partecipazione e crescita culturale per le nuove generazioni - e non solo -.
Riaprire il Cinema Sole non significa semplicemente “ristrutturare un edificio”: significa ripensare il futuro del centro storico di Bibbiena, oggi segnato da spazi abbandonati, serrande abbassate e occasioni perse. Significa dare nuova vita a un luogo simbolico, restituendolo alla collettività come spazio vivo, aperto e inclusivo.
Ma perché ciò accada, non bastano risposte vaghe o incomplete. Servono chiarezza, tempi certi, un impegno pubblico concreto e una visione condivisa. Soprattutto, serve trasparenza. È indispensabile che i cittadini siano messi in condizione di sapere, capire e partecipare.
Ed è proprio su questo punto che si pone un problema ancora più profondo: l’assenza di risposte puntuali mina il ruolo del Consiglio comunale. Non possiamo ridurre questa mancanza a una semplice scortesia istituzionale. La carenza di dati verificabili impedisce l’esercizio pieno della funzione di controllo che la legge assegna ai consiglieri. È una questione democratica: quando le risposte alle interrogazioni diventano sistematicamente vaghe o evasive, si lede il diritto delle minoranze a esercitare il loro compito di vigilanza - ma inevitabilmente anche di proposta -, e si indebolisce il corretto funzionamento delle istituzioni.
Ma non solo: il mancato confronto rappresenta anche un'occasione persa per l’Amministrazione. Se ci fosse maggiore apertura, si potrebbe lavorare insieme anche su progetti complessi come quello del Cinema Teatro Sole. Da parte nostra, come opposizione, abbiamo più volte presentato proposte concrete, offerto competenze, contatti, idee. Ma se non ci vengono fornite nemmeno le informazioni essenziali, come possiamo contribuire?
Questa chiusura è tanto più grave quando riguarda beni culturali e spazi pubblici, cioè luoghi che dovrebbero essere – per loro natura – aperti, condivisi e partecipati. Il Teatro Sole è stato, e può tornare ad essere, un punto di riferimento per il territorio: un luogo di incontro tra generazioni, uno spazio di crescita per i giovani, di aggregazione per le associazioni, di cultura per tutti.
Ma perché questo accada, servono visione, ascolto e un cambio di passo. Continueremo a chiedere trasparenza e a portare proposte, come sempre.
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